Universi
di emozioni: leggere, vedere, ascoltare, vivere
lunedì 3 novembre 2025
Sally Ogden (alias Franco Enna): Kate
Misfatto indigesto al Bulldog - La prima avventura di Grogghino, di Roberto Roganti
Un’auto scorre lenta sull’asfalto, ancora fresco della notte appena passata. Il silenzio del mattino si posa su un ristorante chiuso, che la sera precedente aveva ospitato una serata lunga e faticosa. I segni della fatica sono ancora nell’aria: odore di cucina, sedie accostate male, piatti e bicchieri impilati dietro il bancone.
Eppure, fuori dal locale, qualcosa non torna. C’è un via vai continuo di persone che entrano ed escono, ma questa volta nessuno ha fame. Nessuno è venuto per mangiare. Nei bagni del piano di sotto, nascosto alla vista dei clienti, è accaduto qualcosa di terribile: un omicidio efferato. Un morto.
Con queste immagini si apre Misfatto indigesto al Bulldog, il romanzo di Roberto Roganti che introduce il personaggio di Grogghino, impegnato nel suo primo caso. È una storia che inizia in un luogo familiare, un ristorante, e si trasforma in uno scenario di indagine.
L’autore accompagna il lettore in questo contrasto: da un lato l’apparenza normale della vita quotidiana, con i suoi ritmi, le sue abitudini, dall’altro l’irruzione improvvisa della violenza, che spezza la routine e costringe tutti a guardare sotto la superficie. La scena è semplice, ma potente: il movimento dell’auto, il locale chiuso, le persone che accorrono, la scoperta del cadavere nei bagni.
Grogghino viene chiamato a risolvere il mistero. Chi è la vittima? Perché è stato uccisa? Come può un delitto così brutale verificarsi in un posto dove poche ore prima si rideva e si brindava? Il ristorante, luogo di socialità, diventa il teatro di un crimine che nessuno avrebbe potuto immaginare.
La scrittura è attenta a ogni dettaglio, guida il lettore attraverso la tensione della scoperta e la curiosità di capire chi sia il colpevole. L’indagine comincia tra tavoli e corridoi che sembravano anonimi, ma che adesso nascondono segreti e domande. Il protagonista, Grogghino, si muove in questo spazio con determinazione, cercando la verità dentro un ambiente che, fino alla notte prima, era solo un ristorante come tanti.
Misfatto indigesto al Bulldog è un romanzo pensato per chi ama i gialli, per chi è attratto dalle storie che si sviluppano a partire da un dettaglio inaspettato e portano il lettore a indagare insieme al protagonista. La forza del racconto sta proprio nella sua capacità di trasformare la normalità in mistero, senza effetti speciali, restando fedele a una narrazione realistica.
Il primo caso di Grogghino invita a riflettere su quanto poco conosciamo davvero i luoghi e le persone intorno a noi. Un ristorante può essere molto più di un semplice locale: può diventare il cuore di una storia complessa, un enigma da risolvere, un punto di partenza per scoprire verità nascoste.
Con Misfatto indigesto al Bulldog, Roberto Roganti ci offre un giallo che comincia in silenzio e cresce pagina dopo pagina, accompagnando il lettore alla scoperta di un delitto e della sua risoluzione. Un romanzo che unisce la familiarità della vita quotidiana alla tensione di un caso poliziesco, senza mai perdere il contatto con la realtà.
Why? - Onorata società/Un letto caldo, 1971
Gruppo di Pisa, attivo nei locali toscani, soprattutto in Versilia dal 1966 al 1974. Lo stile del loro unico 45 giri si avvicina ai New Trolls del periodo 1969/70, con testi in italiano. La bella copertina contiene, tra le altre, le caricature dei quattro componenti del gruppo.
Il 45 giri originale è rarissimo ed è stato ristampato in una tiratura di sole 30 copie numerate nel 2017, anche questa molto difficile da trovare.
domenica 2 novembre 2025
Antonella Anedda: In una stessa terra
Se ho scritto è per pensieroperché ero in pensiero per la vitaper gli esseri felicistretti nell’ombra della seraper la sera che di colpo crollava sulle nuche.Scrivevo per la pietà del buioper ogni creatura che indietreggiacon la schiena premuta a una ringhieraper l’attesa marina – senza grido – infinita.Scrivi, dico a me stessae scrivo io per avanzare più sola nell’enigmaperché gli occhi mi allarmanoe mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta- da brughiera -sulla terra del viale.Scrivi perché nulla è difeso e la parola boscotrema più fragile del bosco, senza rami né uccelliperché solo il coraggio può scavarein alto la pazienzafino a togliere pesoal peso nero del prato.
venerdì 31 ottobre 2025
Nargene B. Lyon: Le bambole segrete
Luciano De Crescenzo - Il Dubbio
Le grandi domande
«Credi in Dio?».«Certo che ci credo».«Ma ci credi proprio per davvero?».«Per davvero».«E non hai mai dubitato, nemmeno una volta, per un attimo solo?».«In che senso?».«Nel senso che ti è venuto, non richiesto, un pensierino del tipo: "E sepoi non c'è nulla? E se tutto si conclude con la morte, e chi si è visto, si èvisto?"».«Oddio, certo che mi è capitato, come a tutti credo. Però uno poi ciragiona su, e si riconvince di nuovo».«Oppure dubita ancora di più. Posso farti una domanda alquantodifficile?».«Falla pure».«Quanti anni hai?».«Venti, lo sai benissimo».«E quanti anni ancora credi di poter vivere?».«Ma che razza di domanda è questa? Cosa vuoi che ne sappia! Ne potreivivere ottanta come nessuno. Non vedo, però, che c'entri tutto questo conl'esistenza di Dio».«C'entra, c'entra. Dimmi piuttosto: quanto tempo è necessario perchépassino ottant'anni?».«Beh, ovviamente ottant'anni».«Ne sei proprio sicuro?».«O bella: ottant'anni non possono che durare ottant'anni. Mi sembraovvio».«E invece non è ovvio proprio per niente: ottant'anni a volte possonodurare pochissimo, altre volte non finire mai. Come vedi il concetto ditempo è altrettanto imprecisabile del concetto di Dio. La pretesa di capireil tempo è di un'ambizione sovrumana: un po' come la pretesa di capireDio».«Ma che vuol dire capire il tempo?».«Vuol dire capire il Prima, l'Adesso e il Dopo».«Fammi un esempio del Prima».«Dov'eri prima di nascere?».«Non lo so».«E dove andrai dopo morto?».«Io spero in paradiso».«E com'è che sei così sicuro sul Dopo e non mi sai dire niente sulPrima?».«E l'Adesso?».«Quello poi è il più difficile di tutti!».Questi erano i dialoghi, parola più parola meno, che facevamo daragazzi, dopo aver mangiato una pizza in trattoria e bevuto una birra, equesti sono i dialoghi che facciamo adesso, tra amici, in un ristorante dilusso, mangiando spaghetti all'astice e bevendo vini pregiati. Sonocambiate solo due cose: il costo della cena, che è aumentato, e il numerodegli anni che ci restano da vivere, che è diminuito. Le grandi domande,invece, sono sempre le stesse e come farfalle notturne continuano a volarciintorno, in particolar modo la sera, dopo cena. Invano cerchi di cacciarlevia: si allontanano solo di poco per poi riaffacciarsi, silenziose e insistentipiù di prima.In questo libriccino, di grandi domande ne abbiamo solo tre a cuitrovare, se non proprio una risposta, quanto meno un tentativo di risposta.Sono domande che hanno affascinato da sempre gli uomini di pensiero.Domanda numero uno: è il Caso o il Destino a governare il mondo?Domanda numero due: che cos'è il Tempo?Domanda numero tre: che cos'è lo Spazio?Come vedete, sono tutti temi fra loro adiacenti, nel senso che ciascuno diessi, prima o poi, finisce con l'invadere il campo dell'altro.Anni fa ho visto un film di Peter Weir, molto suggestivo, intitolatoPicnic a Hanging Rock, dove veniva raccontato lo sconfinamento di trestudentesse in un mondo con dimensioni diverse. Un liceo australianodecide un bel giorno di fare una gita scolastica nei pressi di unpromontorio solitario chiamato Hanging Rock. Alcune ragazze siallontanano e, dopo essersi infilate in un anfratto oscuro, scompaiono persempre. Una delle insegnanti si metterà alla loro ricerca e farà la stessafine. Inutilmente la gente del paese le cercherà per giorni e giorni tra icrepacci e la vegetazione del posto: di loro si perderà ogni traccia, perfino icorpi non verranno più trovati. Dopo qualche giorno, però, eccoricomparire all'improvviso una delle ragazze: è illesa, un po' strattonatamagari, ma senza alcun segno di violenza addosso. Tutti le si fannointorno, tutti le chiedono cosa sia successo, ma lei non risponde, o permeglio dire, non riesce a raccontare niente di quello che le è accaduto.L'ipotesi è che le quattro donne abbiano varcato la soglia di un mondodiverso; un mondo senza spazio né tempo, e con dimensioni a noisconosciute. Ma perché l'unica superstite non ce lo descrive? Per lasemplice ragione che non trova le parole per farlo. D'altra parte, provatevoi a immaginare di dover raccontare a un uomo, nato cieco, che cosa sia ilverde o il giallo, e quali differenze ci siano tra questi due colori. Èpraticamente impossibile.Eppure questi mondi diversi potrebbero esistere sul serio: io me liimmagino come immensi buchi neri che ci attendono avidi e ben nascostidietro gli angoli della nostra esistenza. Con questo, per amor di Dio, nonvoglio dire che non credo nell'aldilà cristiano, ma solo che mi permetto didubitare che l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso siano poi così elementarie coreografici come Dante Alighieri e Gustavo Doré ci hanno voluto farcredere. Quello che è certo è che sono scollegati da noi. Come dire, nonhanno il telefono, non hanno nessuna possibilità di farci sapere qualcosa.Gli antichi sostenevano che le anime dei defunti, per ritornare sullaTerra, erano costrette a bere le acque del Lete, il fiume dell'oblio; saràanche per questo che non riesco a raccontare nulla del mio Prima, e cheposso solo farneticare sul mio Dopo. In compenso ho delle vaghesensazioni e a queste mi aggrappo, in mancanza di una Fede degna diquesto nome.
Scuola di polizia





