PRIMO CAPITOLO
Le grandi domande
«Credi in Dio?».«Certo che ci credo».«Ma ci credi proprio per davvero?».«Per davvero».«E non hai mai dubitato, nemmeno una volta, per un attimo solo?».«In che senso?».«Nel senso che ti è venuto, non richiesto, un pensierino del tipo: "E sepoi non c'è nulla? E se tutto si conclude con la morte, e chi si è visto, si èvisto?"».«Oddio, certo che mi è capitato, come a tutti credo. Però uno poi ciragiona su, e si riconvince di nuovo».«Oppure dubita ancora di più. Posso farti una domanda alquantodifficile?».«Falla pure».«Quanti anni hai?».«Venti, lo sai benissimo».«E quanti anni ancora credi di poter vivere?».«Ma che razza di domanda è questa? Cosa vuoi che ne sappia! Ne potreivivere ottanta come nessuno. Non vedo, però, che c'entri tutto questo conl'esistenza di Dio».«C'entra, c'entra. Dimmi piuttosto: quanto tempo è necessario perchépassino ottant'anni?».«Beh, ovviamente ottant'anni».«Ne sei proprio sicuro?».«O bella: ottant'anni non possono che durare ottant'anni. Mi sembraovvio».«E invece non è ovvio proprio per niente: ottant'anni a volte possonodurare pochissimo, altre volte non finire mai. Come vedi il concetto ditempo è altrettanto imprecisabile del concetto di Dio. La pretesa di capireil tempo è di un'ambizione sovrumana: un po' come la pretesa di capireDio».«Ma che vuol dire capire il tempo?».«Vuol dire capire il Prima, l'Adesso e il Dopo».«Fammi un esempio del Prima».«Dov'eri prima di nascere?».«Non lo so».«E dove andrai dopo morto?».«Io spero in paradiso».«E com'è che sei così sicuro sul Dopo e non mi sai dire niente sulPrima?».«E l'Adesso?».«Quello poi è il più difficile di tutti!».Questi erano i dialoghi, parola più parola meno, che facevamo daragazzi, dopo aver mangiato una pizza in trattoria e bevuto una birra, equesti sono i dialoghi che facciamo adesso, tra amici, in un ristorante dilusso, mangiando spaghetti all'astice e bevendo vini pregiati. Sonocambiate solo due cose: il costo della cena, che è aumentato, e il numerodegli anni che ci restano da vivere, che è diminuito. Le grandi domande,invece, sono sempre le stesse e come farfalle notturne continuano a volarciintorno, in particolar modo la sera, dopo cena. Invano cerchi di cacciarlevia: si allontanano solo di poco per poi riaffacciarsi, silenziose e insistentipiù di prima.In questo libriccino, di grandi domande ne abbiamo solo tre a cuitrovare, se non proprio una risposta, quanto meno un tentativo di risposta.Sono domande che hanno affascinato da sempre gli uomini di pensiero.Domanda numero uno: è il Caso o il Destino a governare il mondo?Domanda numero due: che cos'è il Tempo?Domanda numero tre: che cos'è lo Spazio?Come vedete, sono tutti temi fra loro adiacenti, nel senso che ciascuno diessi, prima o poi, finisce con l'invadere il campo dell'altro.Anni fa ho visto un film di Peter Weir, molto suggestivo, intitolatoPicnic a Hanging Rock, dove veniva raccontato lo sconfinamento di trestudentesse in un mondo con dimensioni diverse. Un liceo australianodecide un bel giorno di fare una gita scolastica nei pressi di unpromontorio solitario chiamato Hanging Rock. Alcune ragazze siallontanano e, dopo essersi infilate in un anfratto oscuro, scompaiono persempre. Una delle insegnanti si metterà alla loro ricerca e farà la stessafine. Inutilmente la gente del paese le cercherà per giorni e giorni tra icrepacci e la vegetazione del posto: di loro si perderà ogni traccia, perfino icorpi non verranno più trovati. Dopo qualche giorno, però, eccoricomparire all'improvviso una delle ragazze: è illesa, un po' strattonatamagari, ma senza alcun segno di violenza addosso. Tutti le si fannointorno, tutti le chiedono cosa sia successo, ma lei non risponde, o permeglio dire, non riesce a raccontare niente di quello che le è accaduto.L'ipotesi è che le quattro donne abbiano varcato la soglia di un mondodiverso; un mondo senza spazio né tempo, e con dimensioni a noisconosciute. Ma perché l'unica superstite non ce lo descrive? Per lasemplice ragione che non trova le parole per farlo. D'altra parte, provatevoi a immaginare di dover raccontare a un uomo, nato cieco, che cosa sia ilverde o il giallo, e quali differenze ci siano tra questi due colori. Èpraticamente impossibile.Eppure questi mondi diversi potrebbero esistere sul serio: io me liimmagino come immensi buchi neri che ci attendono avidi e ben nascostidietro gli angoli della nostra esistenza. Con questo, per amor di Dio, nonvoglio dire che non credo nell'aldilà cristiano, ma solo che mi permetto didubitare che l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso siano poi così elementarie coreografici come Dante Alighieri e Gustavo Doré ci hanno voluto farcredere. Quello che è certo è che sono scollegati da noi. Come dire, nonhanno il telefono, non hanno nessuna possibilità di farci sapere qualcosa.Gli antichi sostenevano che le anime dei defunti, per ritornare sullaTerra, erano costrette a bere le acque del Lete, il fiume dell'oblio; saràanche per questo che non riesco a raccontare nulla del mio Prima, e cheposso solo farneticare sul mio Dopo. In compenso ho delle vaghesensazioni e a queste mi aggrappo, in mancanza di una Fede degna diquesto nome.

Nessun commento:
Posta un commento