Trama:
È il quarto film della saga di Guerre stellari a essere stato distribuito, il primo della trilogia prequel e la prima pellicola della saga nella cronologia interna della storia.
La trama segue il maestro Jedi Qui-Gon Jinn e il suo apprendista Obi-Wan Kenobi mentre scortano e proteggono la regina Amidala, in viaggio dal pianeta Naboo al pianeta Coruscant per cercare una soluzione pacifica a una controversia sul commercio interplanetario che ha originato un conflitto nel sistema di Naboo; nel corso del viaggio, i protagonisti si trovano a fronteggiare il misterioso ritorno dei Sith. La storia introduce inoltre Anakin Skywalker: giovane schiavo su Tatooine ancora non avviato alle pratiche Jedi, ma che possiede una predisposizione insolitamente sviluppata nell'utilizzo della Forza.
Mio parere:
Ferma restando la qualità eccelsa delle immagini digitali a cui sono riuscito ad approdare, il film che avevo visto una vita fa e che ricordavo non nel suo complesso, mi è piaciuto, a parte un inizio spiazzante per via delle voci di doppiaggio di alcuni umanoidi.
Jar Jar Binks, il gungan che conduce i due jedi Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) e Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) alla città sottomarina di Otoh Gunga, che appena ha aperto bocca mi ha ricordato la parlata del monaco Salvatore (Ron Perlman) de Il nome della rosa; quello che sparava a destra e a manca Penitenziagite, parlando in una lingua mista tra il volgare e il latino con parole francesi, inglesi e spagnole. Beh, in gungan parlava simile, una specie di idioma tra un veneto e uno spagnolo... Oppure al viceré della Federazione e il comandante che quando aprono bocca sembrano due russi ubriachi.
Come dicevo, a parte questi momenti iniziali esilaranti, è colpa dei doppiatori ovviamente, per il resto la pellicola si muove abbastanza bene. Affascinanti gli scenari di volo intergalattici o la corsa degli sgusci (questa mi ha ricordato La corsa più pazza del mondo), senza regole e con colpi proibiti ammessi.
Jar Jar Binks, il gungan che conduce i due jedi Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) e Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) alla città sottomarina di Otoh Gunga, che appena ha aperto bocca mi ha ricordato la parlata del monaco Salvatore (Ron Perlman) de Il nome della rosa; quello che sparava a destra e a manca Penitenziagite, parlando in una lingua mista tra il volgare e il latino con parole francesi, inglesi e spagnole. Beh, in gungan parlava simile, una specie di idioma tra un veneto e uno spagnolo... Oppure al viceré della Federazione e il comandante che quando aprono bocca sembrano due russi ubriachi.
Come dicevo, a parte questi momenti iniziali esilaranti, è colpa dei doppiatori ovviamente, per il resto la pellicola si muove abbastanza bene. Affascinanti gli scenari di volo intergalattici o la corsa degli sgusci (questa mi ha ricordato La corsa più pazza del mondo), senza regole e con colpi proibiti ammessi.
La camminata e la postura di Neeson sono forse un po' troppo giandonesche (questo è un termine emiliano riferito a persone grandi, grosse, ingenue, bonaccione e un po' goffe) assieme al doppiaggio statico e senza troppo enfasi, rendono il personaggio dimenticabile. Mentre l'allievo Obi-Wan, più sciolto nei movimenti e nel verbo, il maestro Yoda che per me è affascinante con il suo modo di montare le frasi quasi alla rovescia, e il ragazzino Anakin Skywalker, che sappiamo già sbucherà fuori nei successivi film, conferiscono alla pellicola quella carica che ci si aspetta dalla Lukas Film.
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