giovedì 25 settembre 2025

A. Bertram Chandler - I Coloni Di Morrow



Grimes era praticamente al tappeto. Non era la prima volta e non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
Se ne stava rigido, sull’attenti, davanti all’enorme scrivania dell’ammiraglio Buring del Servizio di Esplorazione Federale. Le orecchie a sventola in quel momento erano rosse per la collera, ma la faccia segnata restava assolutamente inespressiva.
Le grosse mani dell’ammiraglio giocherellavano con la cartelletta rigonfia che gli stava davanti.
La sua faccia, liscia e massiccia, era inespressiva quanto quella dell’altro.
— Il commodoro Darien — disse con voce piatta — mi aveva messo in guardia su di voi, quando vi hanno trasferito ai miei ordini. Non che l’avvertimento fosse necessario. Per un giovane della vostra età siete diventato abbastanza famoso. — S’interruppe, in attesa di una replica che non venne, e continuò cori un’ombra di acredine: — I miei capi, che incidentalmente sono anche i vostri, non hanno minimamente apprezzato le vostre ultime prodezze. Voi sapete, o per lo meno dovreste sapere, che qualsiasi interferenza, specie da parte di ufficiali subalterni, negli affari interni di qualsiasi mondo, qualunque ne sia il livello culturale e tecnologico, non è ammessa. Vi concedo le circostanze attenuanti, e ammetto che i nuovi governanti di Sparta vi portino in palmo di mano... — le sopracciglia, che somigliavano a due grossi bruchi pelosi, si inarcarono con aria incredula. — Ma nonostante questo...
Il silenzio era talmente pesante da essere quasi tangibile. Grimes decise che toccava a lui romperlo.
— Nonostante questo?...
— Nonostante questo, comandante, la vostra presenza alla Base è in un certo senso imbarazzante, specie in questo momento. Fra giorni arriverà un comitato di pezzi grossi, alti papaveri della politica che girano per la galassia a spese dei contribuenti. Non voglio che siate qui, perché i politicanti non mancherebbero di farci delle domande idiote a cui sicuramente voi rispondereste in modo ancora più idiota.
«Inoltre, dalla faccenda di Sparta, è nata una piccola crisi nella politica interplanetaria. Sia il Ducato di Waldegren che l’Impero di Waverley stanno facendo la voce grossa a proposito delle sfere d’influenza.» L’ammiraglio accennò una parvenza di sorriso. «Nelle situazioni critiche, Grimes, c’è qualcosa che è meglio della presenza di spirito...»
— E sarebbe, signor ammiraglio? — si decise a domandare Grimes.
— L’assenza del corpo. Così vi faccio un favore inviandovi alla ricerca di una Colonia Perduta con la Seeker. Corrono voci insistenti che ce ne sia una nel Settore Argo. — Guardò l’ora. — Voglio che entro le sedici di domani abbiate lasciato Lindisfarne.
Grimes guardò l’ora a sua volta. Gli restavano esattamente diciassette ore, dodici minuti e quarantatré secondi perché la sua astronave fosse a punto in tutto e per tutto per la spedizione. Ma i tecnici addetti alla manutenzione sapevano il fatto loro, l’equipaggio era fidato e non ci sarebbe voluto molto per imbarcare le derrate e l’altro materiale necessario.
— Dunque, andate — gli stava dicendo l’ammiraglio — cercate di trovare la Colonia, comunque toglietevi dai piedi!
— Sarà meglio che vada subito a occuparmi dei preparativi, signor ammiraglio.
— L’avete detto. Vi manderò più tardi gli ordini.
Grimes s’infilò il berretto, salutò in modo impeccabile e uscì a passo marziale dall’ufficio dell’ammiraglio.

 

Nessun commento:

Posta un commento