Ci sono parecchi sistemi per vendicarsi della gente. C’è chi fa lo sgambetto e c’è chi spara; chi dice calunnie alle spalle e chi mette una bomba ad orologeria nell’automobile. Tra i tanti, quello di far saltare la testa all’avversario senza usare coltello fu il sistema adottato dal signor X ai danni di Fred Sedan.
Fred Sedan era un uomo tranquillo ma caparbio. Faceva il meccanico specializzato in una fabbrica di automobili all’altro capo della città, guadagnava benino, era arrivato a cinquant’anni vivendo da solo e abitava una villetta in fondo a un piccolo viale che finiva sul fiume. Il viale era fiancheggiato da magnifici eucalipti e sulla destra, da una gora piuttosto puzzolente che d’estate appestava l’aria. Sul viale c’erano altre cinque villette, abitate in quest’ordine, dalla città verso il fiume: prima veniva la villetta di Larry Spice, seconda quella di Ann Ruston, terza quella di Tony Goodman, quarta quella di James Corvallis, quinta quella di Fred Sedan e ultima, proprio sul fiume, quella di Peter Salem.
James Corvallis aveva avuto l’idea di far coprire la gora e, dato che il viale era privato, appartenendo per un tratto a ciascuno dei sei proprietari delle villette, aveva fatto la proposta ai vicini. Tutti, infatti, erano infastiditi dalle zanzare e dal fetore. Si trattava di metter fuori una certa somma per la copertura della gora. Gli altri avevano approvato, l’idea, ad eccezione di Fred Sedan, il quale si serviva dell’acqua per certi suoi piccoli esperimenti di tecnica navale dilettante.
Non c’era stato verso di convincerlo e ne era sorta quasi una lite. Sedan era stato odiato, molestato in mille modi allo scopo di farlo cedere. Lui, però, era caparbio, e continuava la vita di sempre. La mattina alle sette e trenta inforcava la bicicletta e andava al lavoro, per fare ritorno alla sera alle venti e un quarto preciso. Alle venti e dieci in punto, imboccava il vialetto e prendeva la discesa verso il fiume. Poco dopo si trovava a casa. Il vialetto era piuttosto malandato. Non aveva massicciata, era stretto, cosicché i sei proprietari delle villette che lo frequentavano erano costretti a usare tutti la bicicletta per i loro spostamenti.
Peter Salem aveva una bottega di antiquario in città. Alle otto andava al lavoro e ritornava la sera verso le nove, puntualmente. James Corvallis, vigile del fuoco, non aveva un orario preciso. Tony Goodman aveva una panetteria in città. Usciva la mattina alle cinque e faceva ritorno alle otto e mezzo di sera. Ami Ruston era maestra di pianoforte, dava lezioni in casa e di rado andava fuori. Larry Spice era un funzionario di polizia e anche lui aveva orari fissi: usciva la mattina alle otto e ritornava alle ventidue.
Oltre a essere malandato, il viale era scarsamente illuminato da due fanali, uno situato all’inizio e l’altro in fondo, cosicché per trecento metri di strada era al buio. Quella sera, inoltre c’era una nebbia fittissima. Fu quella sera che Fred Sedan per poco non ebbe la testa tagliata dal filo di acciaio steso a un metro e mezzo circa dal suolo attraverso al viale... Il colpo gli fece mancare il respiro, mandandolo giù dalla bicicletta, stordito. Rimase inerte circa un’ora e mezzo. Quando si riprese, si trovò sdraiato su di un divano in casa di James Corvallis, la cui villetta era la più vicina al luogo dell’attentato. Su di lui c’erano chini lo stesso James, sua moglie, Peter Salem e gli altri vicini accorsi tutti.
— L’avete scampata bella! — disse la signora Corvall s facendogli bere un cognac. — Se non vi avesse trovato il signor Salem, sareste morto assiderato, e forse anche asfissiato dal colpo.
Fred Sedan si massaggiò il collo, sul quale si notava il segno del filo di acciaio. Dopo aver ringraziato tutti, uscì accompagnato da Salem che doveva fare la sua stessa strada. Il filo era ancora teso attraverso il viale, da un albero all’altro. La nebbia era fittissima e faceva freddo.
L’indomani Fred Sedan non andò a lavorare, ma venne da noi per raccontare l’accaduto a Lewis Logan, al quale diede l’incarico di scoprire il colpevole. Il grasso Mister Logan non lo lasciò finire neppure e disse il nome della persona che aveva messo il filo di acciaio attraverso la strada nebbiosa.
Quesito
Chi è il colpevole?
Come sostenete la vostra affermazione?
Risposta
Peter Salem. Salem abitava la villetta successiva a quella di Fred Sedan, in fondo alla discesa, sul fiume. Salem faceva ritorno a casa ogni sera dopo di Sedan, precisamente dopo le ventuno, minuto più minuto meno. Se fosse stato innocente, anche lui avrebbe dovuto sbattere contro il filo d’acciaio, perché non era in grado di vederlo nel buio e nella nebbia. Inoltre si sarebbe dovuto accorgere del corpo di Sedan e della bicicletta caduta.

Nessun commento:
Posta un commento